Carnevale d’Ivrea, le arance usate in battaglia vengono sprecate? No, ecco perché
La «Battaglia delle arance» è il fulcro di una festa storica, capace di attirare migliaia di turisti da tutto il mondo. Nessuno spreco, anzi: la gestione delle arance praticata dal Comune di Ivrea è un esempio di civiltà e buon senso
IVREA - Tre giorni di festa, tre giorni di battaglia, migliaia di persone coinvolte e qualche polemica. Di cosa stiamo parlando? Dello Storico Carnevale d’Ivrea, una delle tradizioni più amate e tramandate con passione in tutto il Piemonte. Ciò che rende unico in tutto il mondo questa festa è la «battaglia delle arance». Tre giorni di combattimenti estenuanti tra aranceri a piedi e aranceri sul carro, il popolo contro i potenti. Ed è proprio su questo aspetto della tradizione che qualcuno storce il naso e accusa: «Uno spreco assurdo». Ma è davvero così? Assolutamente no. Da dove arrivano le arance? Sono commestibili? Già perché dei circa 600 quintali di arance utilizzate durante i giorni di battaglia, il 100% dei frutti sarebbe in realtà destinato al macero, non servibili in tavola e non destinate a spremute o derivati vari. Da buttare, quindi. C’è di più: l’organizzazione messa in piedi dal Comune di Ivrea e dalle varie associazioni che contribuiscono a rendere unico il Carnevale è unica. Le arance arrivano principalmente dalla Calabria e dalla Sicilia appositamente per la manifestazione. Una produzione tacciabile, per togliere alle mafie e al capolarato il potenziale guadagno dal business degli agrumi. Tutto deve passare dall’autocertificazione vagliata dal Comune di Ivrea e dalla Prefettura. C’è poi un secondo aspetto che valorizza ancora di più l’organizzazione impeccabile e allontana le polemiche di chi definisce la battaglia delle arance come «assurda». Le aziende che lavorano ad hoc per il Carnevale d’Ivrea danno lavoro e occupazione a decine di famiglie. Un vanto per gli eporediesi.
Che fine fanno le arance dopo la battaglia Se sulla provenienza della arance non vi sono dubbi, un altro tema dibattuto ormai da anni è il seguente: una volta lanciati e utilizzati per la battaglia con i carri, che fine fanno gli agrumi spappolati a terra? In molti avranno notato come al termine di ogni giorno (domenica, lunedì e martedì grasso) i mezzi passino nelle vie e nelle piazze per pulire le strade e raccogliere le arance distrutte e calpestate. Le arance o quello che ne rimane, vengono trasportate all’interno della vasca per la raccolta rifiuti della Società Canavesana Servizi di San Bernardo. Il tutto viene poi trasportato al centro di compostaggio di Pinerolo, dove i rifiuti «riacquistano» vita e, dopo una mirata lavorazione, sono pronti ad altri utilizzi. Una «macchina» complessa dunque, per garantire al popolo eporediese e ai tanti turisti un Carnevale un po’ folle, ma non per questo non sostenibile.
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