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In data 30/01/2019 18:00:24 a pubblicato
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Creato carburante liquido in grado di immagazzinare l’energia del Sole per 18 anni

Abbiamo appena fatto funzionare il sistema. Ora dobbiamo assicurarci che tutto sia idealmente progettato

Il più grande problema delle energie rinnovabili è lo stoccaggio. Qual è l’interesse nell’avere tanta energia solare o eolica quando non possiamo risparmiare in modo efficiente ed economico? Questo è il tallone d’Achille che ha catturato il grande progresso di questo tipo di energie. Tuttavia, ci sono alcune tecnologie che potrebbero presto risolvere il problema in un modo “intrigante”.

Un team di scienziati in Svezia hanno sviluppato un fluido speciale. Si chiama combustibile solare termico e può essere utilizzato per immagazzinare energia dal Sole per più di un decennio.

Il fluido è in realtà una molecola in forma liquida. Questa tecnologia è stata sviluppata molto tempo fa dagli scienziati della Chalmers University of Technology in Svezia.

Questa molecola è composta da carbonio, idrogeno e azoto. Quando viene colpito dalla luce solare, fa qualcosa di insolito: i legami tra i suoi atomi vengono riadattati e diventano una nuova versione energizzata di se stesso chiamata isomero. Proprio come una preda viene catturata in una trappola, anche l’energia del Sole viene catturata tra i forti legami chimici dell’isomero. In questo modo, viene mantenuto anche quando la molecola si raffredda a temperatura ambiente.

Una volta che l’energia è contenuta, immagazzinata, viene servita quando necessario. Per esempio, di notte o durante l’inverno, il fluido viene semplicemente estratto da un catalizzatore che restituisce la molecola alla sua forma originale, rilasciando energia sotto forma di calore.

L’energia in questo isomero può essere conservata per 18 anni. E quando arriviamo per estrarre l’energia e usarla, otteniamo un aumento di calore maggiore di quanto osiamo aspettarci. Un prototipo del sistema energetico, collocato sul tetto di un edificio universitario, ha testato il nuovo fluido e, secondo i ricercatori, i risultati hanno attirato l’attenzione di diversi esperti della zona.


Il sistema funziona in modo circolare

.

Quando si pompano attraverso tubi trasparenti, il fluido viene riscaldato dalla luce solare, trasformando la molecola di norbornadiene nel suo isomero che cattura il calore. Poco dopo, il fluido viene conservato a temperatura ambiente con una minima perdita di energia.

Quando l’energia è necessaria, il fluido viene filtrato da uno speciale catalizzatore che converte le molecole nella loro forma originale, riscaldando il liquido a 63 gradi Celsius.

Gli investigatori inseriscono il fluido in questo ciclo più di 125 volte, riscaldandolo e rilasciandolo senza danni significativi alla molecola.

Tuttavia, c’è ancora molto margine di miglioramento. Con le giuste manipolazioni, gli scienziati capiscono che possono estrarre ancora più calore da questo sistema. Dicono che possono prendere almeno 110 gradi Celsius.

C’è ancora molto da fare. “Abbiamo appena fatto funzionare il sistema. Ora dobbiamo assicurarci che tutto sia idealmente progettato”, concludono gli scienziati. Se tutto va come previsto, la tecnologia possa essere disponibile per uso commerciale entro 10 anni.

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