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Boom di falsi positivi ad Aosta, pazienti sani ricoverati nei reparti Covid e ora c'è il rischio che siano contagiatiEcco l'ennesimo casa di come funziona la sanità.... E si continua a non organizzarla in modo efficiente, ma si da tutta la responsabilità alla collettività che deve proteggersi da sola a discapito di tutto il resto. I "contagiati" - 61 su 68 referti - dovuti a un problema tecnico nel laboratorio di analisi dell'ospedale Parini Boom di contagi ad Aosta. E reparti Covid pieni, domenica scorsa. Ma si è trattato di un problema tecnico a uno strumento del laboratorio di analisi dell'ospedale Parini. Numerosi esami sono risultati "falsi positivi". Il fatto è avvenuto domenica scorsa. Almeno una ventina di pazienti, già ricoverati, sono quindi stati trasferiti nei reparti Covid nella stessa serata. Solo lunedì mattina si è scoperta la loro negatività e ora si trovano isolati in altri reparti. I falsi positivi hanno portato a un boom di contagiati e ricoverati segnalato nel bollettino Covid dell'Unità di crisi di lunedì. Il guasto è stato provocato dallo spegnimento dello strumento che si è resettato e non è stato "ritarato" dai tecnici: quasi tutti i campioni sono così risultati positivi. Secondo quanto riportato nel bollettino, infatti, su 68 referti testati domenica scorsa, 61 hanno dato esito positivo. Alcuni di questi appartengono a persone che erano ricoverate in vari reparti del Parini e che quindi sono state trasferite d'urgenza nei reparti Covid. Ieri è stato rifatto a tutti il tampone che ha dato esito negativo e sono stati posti in quarantena in attesa di capire se hanno preso il virus durante la degenza nei reparti dedicati al coronavirus. Molte proteste si sono sollevate da parte dei pazienti stessi e dei parenti. |
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TopGan commentata il 05/01/2021 17:16:06:
Asti, lo ricoverano in terapia intensiva, l’avvocato li diffida, dopo 2 giorni guarisce Una vicenda che ha dell’assurdo ma ormai in Italia non ci scandalizziamo più di niente. Un uomo della provincia di Asti, ricoverato in terapia intensiva, è stato salvato non da un medico ma dal suo avvocato. A raccontare la storia è stato proprio l’avvocato Francesco Paolo Cinquemani che si è occupato del caso e fa parte dell’associazione Federazione Rinascimento Italia. In questa vicenda il protagonista è il padre di un’associata che, a causa di un malore, ha dovuto richiedere l’intervento dell’ambulanza. Dopo una prima valutazione medica l’uomo è stato ricoverato per una possibile ischemia, per la quale aveva già sofferto in passato. L’avvocato ha raccontato che l’uomo non aveva la febbre ma, al momento della visita in ospedale, non si spiega come, la situazione è stata stravolta. Il signore è risultato positivo al tampone Covid e lo hanno ricoverato tra i malati Covid. L’ospedale che ha eseguito gli esami e una TAC hanno solo rilevato alcune macchie relative, parola loro, a una malattia pregressa. Il paziente, comunque, finisce nel reparto Covid e trattato come se avesse altri problemi. Nei giorni seguenti (venerdì) l’ospedale chiama la figlia avvertendola che il padre era peggiorato e che lo stavano trasportando in terapia intensiva, facendole intendere che non ce l’avrebbe fatta. L’uomo è stato così intubato ma l’avvocato, il sabato mattina seguente, ha subito fatto pervenire una diffida in ospedale chiedendo la cartella clinica del paziente. La prassi vuole che la cartella sia fornita ai parenti dopo la dimissione del paziente o dopo il decesso, ma in caso di diffida può essere fornita prima. L’avvocato ha dichiarato: “Non mi hanno mai risposto ma, non si spiega come, domenica l’ospedale ha contattato le figlie dicendo che il padre era fuori pericolo. Stava bene e addirittura avrebbero cambiato il reparto per portarlo dove ci sono solo i pazienti positivi in attesa di essere dimessi”. In sostanza quest’uomo è stato salvato dall'avvocato, per i medici stava per morire. Venerdì il paziente stava per morire mentre due giorni poteva essere dimesso. Cosa sta succedendo negli ospedali?