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In data 01/11/2016 17:47:22 a pubblicato
TopGan
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TERREMOTO, E’ ARRIVATO IL PRIMO SCANDALO: SPARITi 2,8 MILIARDI PROMESSI PER LA RICOSTRUZIONE!

Al momento, sul sisma, i conti non tornano. E proprio sulle cifre stanziate per il terremoto è destinato a mutare repentinamente quel clima di collaborazione auspicato da Renzi. “Danni enormi, ricostruiremo tutto presto e bene” ha scritto il premier nella sua e-news. I numeri reali però raccontano di un forte gap tra la cifra stanziata nella manovra e quello 0,2 per cento di “flessibilità” che il governo si è già preso in nome dell’emergenza terremoto. Già prima della scossa devastante di domenica.

E allora, andiamo con ordine. Quattro giorni fa, nella lettera di risposta alla Commissione europea, il governo italiano aveva messo su bianco i propri conti, quantificando in due decimi di punto di Pil, circa 3,4 miliardi, i maggiori costi da sostenere il prossimo anno per affrontare la ricostruzione post-sisma: “In addition – si legge nella missiva firmata Padoan – tax incentives for anti-seismic incentives is estimated at 2 billion. Taken together, increased public investment and anti-seismic tax incentives entail budgetary cost of close to 0,2 percent of GDP”.

Al momento in cui la missiva parte per Bruxelles, però, nella legge di Bilancio le cifre che il governo stanzia per la ricostruzione sono decisamente inferiori e non di poco: “600 milioni” c’è scritto nella manovra che ha ottenuto la bollinatura della ragioneria. Basta leggere la relazione tecnica, all’articolo 51: “Il comma 1 della Manovra – è scritto – autorizza la spesa destinata agli interventi per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione” colpita dal terremoto del 24 agosto.

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