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  1. In data 27/04/2021 07:55:16 a pubblicato
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    Perché le cure a casa per il COVID non si applicano

    Ora è chiaro: il nemico delle cure a casa è Speranza.
    Nonostante il Senato abbia impegnato il Governo a rivedere i protocolli di cura domiciliare, il Ministero ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che lascia libertà di cura ai medici di non utilizzare il protocollo della vigile attesa. È ormai chiaro che Speranza avversa le terapie domiciliari. Infatti nel suo libro "fantasma" non c'è alcuna traccia di Covid at home, ma c'è molto dell'utopismo e del paternalismo della Sinistra green. 

    Inutile giraci attorno: l’avversario numero uno delle cure domiciliari Covid ha un nome: si chiama Roberto Speranza e di mestiere fa il ministro della Salute. La decisione di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar di marzo che confermava i medici che si oppongono al protocollo della vigile attesa con paracetamolo rappresenta non solo un'insensata opposizione del Ministero alla buona medicina, alla medicina coraggiosa che in questa pandemia ha sfidato gli scienziati da salotto per curare e non ricoverare la gente in ospedale. È anche la pietra tombale su ogni speranza che il governo guidato da Draghi potesse finalmente invertire la rotta nel considerare il Covid una malattia da curare e non un pretesto per chiuderci in casa spaventando e facendoci andare in ospedale quando la situazione ormai è compromessa.
    Ora che la notizia del ricorso è stata resa pubblica non c’è bisogno di aggiungere molto e si deve concludere che il Covid non si vuole curare: non solo non si voleva curare ieri, ma non lo si vuole curare tempestivamente oggi che abbiamo sufficienti nozioni mediche per poterlo fare con successo.
    Scrivendo questo giornale di cure domiciliari da ormai un anno, da molto prima che l’argomento diventasse di dominio pubblico, e avendo seguito tutti i passaggi e raccontato tutte le esperienze in campo (leggi QUI il dossier Covid at home), possiamo avere in mano sufficienti indizi per affermare che il fallimento delle terapie domiciliari Covid ha avuto nel Ministero della Salute il suo principale artefice.
    Ed è stupefacente notare come, mentre ieri si è tenuta l’udienza in Consiglio di Stato in cui il governo conferma ancora una volta la volontà di insistere sulla vigile attesa, oggi il comitato dei medici che da mesi promuovono la revisione dei protocolli di cura domiciliare incontrerà Agenas. Comprensibile che l’avvocato dei medici, Erich Grimaldi, ieri si sia chiesto qual è il governo che deve considerare, quello che tratta con lui o quello che a lui si oppone?
    Per la verità le avvisaglie di questa indisponibilità a considerare le cure domiciliari si erano avute un mese fa quando, alla revisione dei componenti del Cts, Speranza non aveva fatto inserire il professor Luigi Cavanna che delle cure domiciliari Covid (e dell’uso dell’idrossiclorochina) è il pioniere e il clinico più autorevole. Era parso fin da subito che non c’era alcuna volontà di affrontare finalmente il tema delle cure precoci.

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  2. In data 26/04/2021 16:21:57 a pubblicato
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  3. In data 28/03/2021 16:45:53 a pubblicato
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    LE REGIONI ITALIANE

    Quando le regioni italiane hanno preso i nomi attuali e da dove derivano?
    In ordine alfabetico:
    Abruzzo, da aprutium, terra dei Pretuzi, una popolazione italica della zona di origine sabina.
    Per altri dal latino abruptus (ripido, scosceso).
    Basilicata detta anche Lucania dal popolo dei lucani, un popolo di origine osca. Il nome Basilicata deriva invece da basileus, l’appellativo con cui era chiamato il re nell’Impero Romano d’Oriente. In tempi antichi la regione faceva parte dell’impero bizantino.
    Calabria dal popolo dei Galabri o Galábrioi o Calabri, un popolo proveniente dal Kossovo. Per altri deriva dal greco antico kalón-brion, terra dove il sorge il bello.
    Campania dal popolo dei Campani, un popolo italico di origine osca. Per altri da campus, campo aperto.
    Emilia-Romagna. Emilia dal console Marco Emilio Lepido della gens Aemilia che fece costruire la via che porta il suo nome (via Emilia). Romagna da Romània, non la nazione omonima ma intesa come territorio romano contrapposto a quello longobardo.
    Friuli-Venezia Giulia. Friuli dall’antico nome della città di Civitade del Friuli (Forum Iulii) fondata da Giulio Cesare e 1° capitale del Veneto. Il nome Venezia Giulia indicava i territori italiani in mano all’Austria-Ungheria per distinguerli dal Veneto italiano.
    Lazio dal popolo dei Latini, antenati dei romani. Potrebbe anche derivare da latus, territorio largo inteso come vasto.
    Liguria dal popolo dei Liguri, una popolazione di origine pre-indioeuropea.
    Lombardia dal popolo germanico dei Longobardi.
    Marche nel senso di marca, frontiera. La regione nell’VIII secolo confinava con l’impero di Carlo Magno.
    Molise dalla famiglia francese De Moulins, il cui capostipite fu il 1° conte di Boiano e fondò Contado di Molise, oggi Castello di Molise.
    Piemonte dalla frase: ai piedi dei monti (le Alpi).
    Puglia da Apulia, il territorio abitato dal popolo degli Japudi che i romani chiamavano Japigi perché si credeva discendessero dal figlio di Dedalo, Iapige. In realtà erano un popolo italico osco-sabino.
    Sardegna dall’antico popolo dei Sardi. Per altri il nome deriva da Sardus (sandalo) per la forma dell’isola; per altri da Sardus, un eroe mitologico fenicio simile ad Ercole che si diceva abitasse sull’isola.
    Per altri ancora da Sardo, la moglie del re Tirreno del popolo dei Tirreni (Etruschi).
    Secondo il mito la regina soggiornava spesso sull’isola, arrivando a far costruire una reggia estiva nella regione del Campidano. Altri fanno risalire il nome al popolo dei Shardana che peró erano originari dell’Illiria (Albania).
    Sicilia dal popolo dei Siculi un popolo di origine indo-europea, forse i primi abitanti d’Italia e antenati dei Latini, Sabini, Calabri e di altri popoli italici. Oltre a loro il nome potrebbe derivare dai Sicani, l’altro popolo dell’antica Sicilia che peró erano originari dell’Iberia (Spagna).
    Toscana dal popolo degli Etruschi, chiamati anticamente anche Trusci o Tusci.
    Trentino-Alto Adige dall’antico nome di Trento, Tridentinus. Alto Adige dal fiume Adige, nei secoli scorsi indicava la zona italiana appartenente all’impero Austro-Ungarico.
    Umbria dal popolo degli Umbri, una delle popolazioni italiche piú antiche di stirpe indoeuropea, forse la stessa dei Siculi.
    Valle d’Aosta dalla valle dove sorge la città di Aosta.
    Veneto dal popolo dei Veneti, non gli attuali veneti ma il popolo di origine germanica detti anche Paleoveneti, Venetici o Eneti.

    (Fonte Web Vincenzo Risi)



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  4. In data 13/04/2021 08:45:57 a pubblicato
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    Asl To3, Oggi a Orbassano le prime vaccinazioni "Drive through"

    Questo sistema offre la possibilità di effettuare il vaccino senza scendere dalla propria auto. Si comincerà con 150 vaccinazioni al giorno

    Da oggi, martedì 13 aprile, in piazzale Peano a Orbassano, l’AslTo3 comincerà l’attività di vaccinazione con modalità “Drive Through”, che offre la possibilità di effettuare il vaccino senza scendere dall’auto.

    L’inizio sarà sperimentale, con tre linee attive che effettueranno 150 vaccini al giorno, per passare dal prossimo lunedì a circa 240 vaccinazioni giornaliere, che si andranno ad aggiungere a quelle già previste presso il Poliambulatorio Asl, 100 dal lunedì al venerdì, 140/die nel weekend.

    L’infrastruttura è stata allestita ad opera del Comune di Orbassano a beneficio dei cittadini del distretto Area Metropolitana Sud e verrà gestita per la parte logistica grazie alla disponibilità dei volontari della Protezione Civile, ANA e Lyons. L’Azienda sanitaria ha previsto tre aree distinte, la prima per l’anamnesi, la seconda per la vaccinazione vera e propria e la terza area per l’osservazione post vaccino, sempre senza scendere alla vettura.

    La possibilità del Drive Through è stata ipotizzata in primo luogo per la fascia di età degli over 80 con difficoltà negli spostamenti, ma verrà successivamente offerta anche ad altre fasce di popolazione secondo le priorità stabilite dal piano vaccinale nazionale.



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  5. In data 31/03/2021 10:07:33 a pubblicato
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    Covid, la cura da fare a casa: il protocollo domiciliare che riduce i ricoveri

    Il protocollo di cura sperimentato dall’Istituto diretto da Giuseppe Remuzzi per i pazienti Covid: «Antinfiammatori prima del tampone e solo il 2 % finisce in ospedale»

    Abbiamo un gran bisogno di buone notizie. Come può esserlo la conferma dell’esistenza di una cura per il Covid fatta di pochi e chiari precetti, spendibili per tutti i medici di famiglia.

    Il protocollo dell’Istituto Mario Negri

    Alla fine dello scorso novembre, l’Istituto Mario Negri aveva elaborato un protocollo per il trattamento a domicilio dei pazienti Covid che conteneva parecchie novità anche rispetto alle raccomandazioni dell’Istituto della Sanità. In buona sostanza, all’insorgere dei primi sintomi si cominciava subito una terapia. Senza aspettare l’esito del tampone, e quindi prevenendo la moltiplicazione del virus, che progredisce molto velocemente proprio nei primi 7-10 giorni.

    I farmaci antinfiammatori e il cortisone

    Al posto della Tachipirina, veniva suggerito l’uso dell’Aspirina, e in caso di dolori subentrava l’Aulin, sdoganando così i farmaci antinfiammatori che in questo nuovo approccio alla terapia domiciliare vengono usati subito. Fino ad arrivare, nei casi più seri e sempre sotto la guida di un dottore, all’utilizzo del cortisone, che durante la prima ondata, nella primavera del 2020, era stato quasi proibito in via più o meno ufficiale.

    I dati sulla sperimentazione e lo studio (in fase di pubblicazione)

    Il nuovo metodo era stato adottato da una trentina di medici di famiglia che l’avevano sperimentato su una platea di cinquecento pazienti. Ma era pur sempre una proposta, per quanto autorevole, messa a punto da Fredy Suter, per dodici anni primario di Malattie infettive al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e da altri specialisti come Norberto Perico e Monica Cortinovis, e coordinata dall’istituto di ricerca diretto da Giuseppe Remuzzi. Mancavano i dati, quelli che in medicina dividono le illusioni dalla realtà. Adesso ci sono. E vengono presentati anche con onestà. Si tratta di uno studio in fase di pubblicazione, che mette a confronto l’esito clinico di novanta pazienti colpiti da Covid e trattati all’esordio a domicilio con il nuovo protocollo senza aspettare il risultato del tampone nasofaringeo, con quello di altri novanta pazienti Covid comparabile per età, sesso e comorbilità trattati con diversi regimi terapeutici.



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LE TUE MANI

Grande è la gioia che provo quando posso stringere le tue mani.
Sento esprimere tutte le cose che non mi hai mai detto,
sento che ancora mi vuoi bene,
anche se non te l'ho mai chiesto.
Nelle tue mani ho messo il mio cuore
e tutto l'amore vero e sincero.
Il tempo è passato ma il mio sentimento non è mai cambiato è ancora forte e vivo.
Spero ancora di stringere le tue mani,
sentire che col pensiero mi sei vicina.
Ti prego! non negarmi la gioia di un tuo saluto
e la speranza che un giorno non lontano,
ancora io possa stringere le tue mani.

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