I cognomi più frequenti in Italia
Se le classifiche dei nomi di battesimo più
frequenti cambiano
con grande velocità, dettate
dalle mode che si susseguono, può
sorprendere che anche la classifica dei
cognomi, di forme cioè fissate i immobili,
possa mutare con una certa rapidità. Il
confronto qui proposto è quello tra la
classifica compilata dal compianto
glottologo Emidio De Felice sui dati forniti
dalla SIP, relativi agli anni 1978-79, e la
nuova graduatoria relativa al 1999 stilata
dalla SEAT.
Fermo
Rossi al primo posto, a distanza di
vent'anni la seconda piazza è occupata da Russo,
che ha scavalcato Ferrari;
Esposito
sale in quarta posizione, davanti a Bianchi
e Colombo. Nella sfera alte
della graduatoria, guadagnano posizioni
anche Romano, Marino,
Greco (dal 20°
al 10° posto), Bruno,
De Luca, Rizzo,
Caruso (12 posizioni),
Ferrara, Santoro,
Leone, Longo,
Vitale (22
posizioni), Conte, Ferraro
(30 posizioni!), ecc.
Tutti i cognomi che salgono presentano un elemento
in comune: si tratta di forme
prevalentemente o quasi esclusivamente
dell'Italia meridionale. Al contrario,
com'è ovvio, quelle centro-settentrionali
scendono: si vedano nella classifica le
posizioni che hanno per esempio
Costa,
Barbieri, Villa (15 posti),
Ferri, Fabbri,
Gatti (18), Sala
(22),
Monti (addirittura
26).
Tale fenomeno ha due spiegazioni che si
completano a vicenda. Da una parte, rispetto
agli anni 70 l'aumento degli abbonati
telefonici ha riguardato soprattutto le
regioni meridionali e insulari d'Italia,
dove la densità degli utenti (cioè il
rapporto fra titolari di abbonamento
telefonico e il totale dei cittadini) è
nettamente cresciuta. Anche tra i numerosi
emigrati meridionali nel Nord del Paese,
sono aumentati gli utenti telefonici. Il
cognome
Russo, tipicamente
meridionale, per esempio nella città di
Milano figura oggi al 6° posto, mentre era
appena 15° nella ricerca di Emidio De
Felice del 1979 e in un'inchiesta condotta
direttamente sull'elenco telefonico cartaceo
del 1954 del capoluogo lombardo da un altro
illustre linguista, Dante Olivieri, non era
neppure tra i primi 30. A Torino Russo,
che era 6° vent'anni fa, ha superato Rossi
passando al 2° posto (nel capoluogo
piemontese vi è anche la concorrenza di Rosso,
attualmente 8°). A Genova Russo
è salito fino alla 19° piazza (non era tra
i primi 30 vent'anni fa).
L'altra spiegazione è data dalle differenti
tendenze demografiche che spaccano l'Italia
in due: da un lato il Nord e il Centro, con
tassi di natalità già da alcuni decenni
molto contenuti e sempre più bassi;
dall'altro il sud,
dove al contrario la
popolazione cresce in misura notevole. La
meridionalizzazione dei cognomi italiani è
dunque puramente il riflesso della
meridionalizzazione della popolazione nel
suo complesso.
A conferma di quanto detto, si osservino
coppie di cognomi quali
Bianchi
e Bianco, Lombardi
e Lombardo, Grassi
e Grasso, Conti
e Conte, Martini
e Martino, Leoni
e Leone, ecc. Orbene, le forme
plurali sono tipicamente
centro-settentrionali; quelle singolari, che
riflettono una diversa tradizione di
registrazione anagrafica dei secoli passati,
sono invece tipicamente meridionali (in
alcuni casi anche piemontesi e venete). Il
lettore potrà verificare nella classifica
generale come tutti i cognomi in -i siano
puntualmente in discesa; e quelli in -o
(oppure in -e) in netta ascesa. Basti un
solo esempio: vent'anni fa per ogni 100
Grassi erano registrati 84 Grasso;
oggi la forma meridionale in -o è più
frequente di quella settentrionale.
Osserviamo ora altri cognomi che hanno fatto registrare
netti balzi in avanti:
Sanna
(attualmente numero 63), Pellegrino
(67), Caputo (77), Orlando
(80), Romeo (87), Pagano
(90), Piras (93), Ruggiero
(96), D'Agostino (98), Perrone
(108), Pinna (127) sono
tutti meridionali, e sardi nel caso di Sanna,
Piras e Pinna.
Dalla Campania e dalla Sicilia vengono
prevalentemente quei cognomi che non
erano tra i primi 226 nella classifica degli
anni 70: Fusco (ora
addirittura al numero 123), Leonardi
(124) e Molinari (128) - ma
questi due sono panitaliani - Volpe
(132), Mele (158), Pepe
(162), Mancuso (176) e Pugliese
(183), nonché i sardi Carta (148),
Manca (150) e Melis
(171).
Tra i cognomi che non più figurano tra i primi
200, spiccano invece
Ferrero
(era addirittura 83° nel 1979), Parodi,
Beretta, Corti, Gori,
Innocenti, Baldini,
Rosso, ecc.; il primo e
l'ultimo sono tipicamente piemontesi; il
secondo ligure; il terzo e il quarto
lombardi; il quinto e il sesto toscani; il
settimo emiliano.
Quanto alla tipologia dei cognomi, si può notare
come quelli derivanti da nomi personali o da
soprannomi siano particolarmente frequenti;
più rari, nei ranghi alti, quelli relativi
a nomi di mestiere o a provenienza
geografica. Alcuni cognomi si ripetono con
piccole varianti: è il caso di
Ferrari
(e di Fabbri, con eguale
significato), ma anche di Martino
(con Martinetti e Martini);
di Rossi (con Russo
e Rossetti), di Bianchi
(con Bianco e Bianchini),
di Mancini (con Manca
e Mancuso)
e di molte coppie
(Grassi/Grasso,
Orlandi/Orlando,
Ruggeri/Ruggiero, Ventura/Venturi,
Mele/Melis)
con valore di miele,
ecc.). Qualche spigolatura: il cognome Guerra
è più frequente di Pace
(8 a 7 il rapporto tra i
rispettivi valori assoluti), ma Battaglia
li supera entrambi; Antonelli
(146) è più comune di qualsiasi
altro cognome derivato dal nome Antonio;
Ceccarelli il più diffuso
tra i discendenti di Francesco (avendo
Franco una diversa
tradizione onomastica).
Tra i primi 200 cognomi per frequenza, il più
lungo è
D'Alessandro;
i più corti sono 11 cognomi con
4 lettere ciascuno; terminano in -i 90 nomi
(dunque meno della metà, nonostante quello
che comunemente si ritiene); 52 sono i
cognomi in -o (ma ben 8 sui primi 12); 33 in
-a; 21 in -e; 4 i restanti in -s.
Infine, per ogni 100
Rossi si registrano 70,1 Russo,
57,6 Ferrari, 50,4
Esposito, 41,5 Bianchi.
Dunque solo tre forme superano il
50% della frequenza del cognome numero uno
in Italia. Il rango numero 10 (Greco)
vale il 29,6% rispetto al
primatista; il rango numero 100 (Valente)
il 12%; il numero 200 (Rosati)
l'8,9%.
Un'ultima notazione statistica:
Rossi
nomina lo 0,34% degli
italiani; Russo
lo 0,24%, Ferrari lo
0,20%, Esposito lo
0,17%, Bianchi lo 0,14%
e così via. Per raggiungere l'1% della
popolazione complessiva, occorre dunque
sommare i primi 5 cognomi: per superare il
2%, occorrono 14 cognomi. La coincidenza è
curiosa: perché per esempio in Danimarca, i
primi 14 cognomi della classifica nazionale
sono sufficienti per individuare oltre il
50% dell'intera popolazione: una differenza
enorme, che mostra ancora una volta quali
siano la ricchezza e la varietà
dell'onomastica familiare italiana. |
numeri uno negli altri Paesi
Questi sono i cognomi portati da più
persone in altre nazioni. Francia: Martin,
cioè 'Martino' (nettamente su Bernard,
Thomas, Petìt
e Durano che seguono nell'ordine). Belgio: Peeters
ovvero 'di Pietro' (di misura su Janssens),
ma in Vallonia il primo è Dubois, 'del
bosco'. Lussemburgo: Schmit cioè
'fabbro'. Germania: Mùller
'molinaro,
mugnaio' {di gran lunga su Schmid! e Schneider).
Spagna (compresa la Catalogna): Carda,
il cui significato è incerto e discusso.
Danimarca: Jensen 'di
Giovanni' (di poco su Nìelsen
e Hansen).
Svezia; Johansson ancora
'di Giovanni' {seguito da Andersson e
Karlsson). Norvegia: Hansen,
idem. Finlandia; Vìrtanen,
che significa pressappoco 'dal fiume'. Ungheria:
Tot/Toth che vale 'slovacco'. Estonia:
Saar ovvero 'cenere'. Inghilterra:
Smith, ancora 'fabbro' (precede Jones
nel Centro-Sud e Taylor nel
Nord). Scozia: di nuovo Smith (seguito
da Bromi). Gallesi Jones 'Giovanni'.
Irlanda del Nord: Wilson 'di
Guglielmo'. Irlanda: Murphy, ovvero
'guerriero del mare'. Stati Uniti: Smith
(davanti a Johnson, Williams, Jones e
Brown). Canada: Smith. Australia:
Smith. Cina: Li (con
ben 87 milioni di persone; precede IVano, Liu
e Chen). Corea del Sud; Kìm
{seguito da Lee, Rak, Choìe
Chung).
mille "figli" di Jacopo.
Il nome Jacopo, derivato dall'ebrico Giacobbe,
insieme al suo corrispondente con
fonetica bizantina Giacomo,
diffusissimi
nel Medioevo, hanno dato origine a un gran
numero di cognomi diversi. Alcuni di questi
sono facilmente riconoscibili, altri no;
hanno infatti perduto le sillabe iniziali a
sinistra e si sono arricchiti di molti
suffissi a destra. In Pucciarellì o
in Buccia re 11 i, per esempio, della
radice iniziale di Jacopo è
sopravvissuta soltanto una "p"; da
Giacomo, in Muccinelli o in Muzzarelli
si è conservata esclusivamente la
"m". Ecco, in ordine dì
frequenza, col posto occupato nella
classifica nazionale, i derivati da Jacopo
e da Giacomo: Bucci (238), Belli
(275), Pucci (279), Pini (337),
Betti (416), Bini (420), Di
Giacomo (517), Baca (528), Bossi
(637), Giacomelli (641), Bettini
(663), Bello (752), Giacomini (762),
J Giacometti (1.116), Puccio (1.660),
Giacobbe (1.687), Comilo (2.004),
Petti (2.418). Va precisato che, tra
i "figli" di Jacopo, alcuni
potrebbero discendere anche da Filippo o
da altri nomi; e che Belli e Bello
possono corrispondere anche
all'aggettivo.
Per tutte le misure
Il cognome "medio" italiano è
composto di 7-8 lettere. Sono infatti circa
69 mila le diverse forme di 7 lettere e 65
mila quelle di 8, pari complessivamente a
quasi il 39% dei cognomi italiani. Più rare
quelle di 6 (circa 47 mila), di 5 e di 4
lettere e quelle di 9 (quasi 52 mila), 10,
11 e 12 lettere. I diversi cognomi di 2 sole
lettere sono comunque oltre 100; quelli con
15 o più lettere sono circa 1.500. Ecco i
più frequenti, secondo il numero
progressivo delle lettere, a partire da due
(tra parentesi il posto occupato nella
classifica generale). 2: Re (347); 3:
Leo (292); 4: Sala (49); 5: Rossi
(1); 6: Marino (9); 7: Ferrari
(3); 8: Esposito (4); 9: Marchetti
(40); 10: Martinelli (33); 11: D'Alessandro
(134); 12: Scognamiglio (453);13:
Franceschetti (2.151).
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