9. Da
soprannomi indicanti oggetti
Nella pagina seguente vi è la
classifica nazionale dei cognomi più
frequenti derivanti da soprannomi
indicanti oggetti o alimenti (
Tabella
9).
Alcuni di questi cognomi sono legati a
possibili mestieri, anche se il più
diffuso di tutti,
Coppola, indica
un particolare tipo di cappello, e
certamente il suo portatore più che il
suo fabbricante.
Si tratta dunque di forme cosiddette
metonimiche, che indicano il tutto
attraverso una parte, per es.
Farina
per dire 'fornaio'.
Ferroè
anche antico nome di persona (di cui
sopravvive oggi il diminutivo
Ferruccio).
Pinna vale 'penna' ma anche 'narice'
(forse dunque, allusione a un naso
particolarmente grosso).
Garofalo è
lo stesso di 'garofano'.
Mele è
forma latineggian-te e dialettale per 'miele'.
Sacco può essere in qualche caso
una forma accorciata di /sacco.
Marra
sta in Sardegna per 'zappa', ma
altrove può valere 'ammasso di sassi',
dunque con
valore toponomastico.
Non sono stati inclusi alcuni
nomi di frutti (es. i sardi
Piras 'pere',
Meloni, Mura 'mora' o albero di
gelso'), in quanto indicanti
probabilmente delle località.
10. Da
soprannomi indicanti animali
Ecco la classifica nazionale dei cognomi
più frequenti derivanti da
denominazioni di animali (
Tabella 10).
In alcuni casi
i soprannomi da
cui derivano questi cognomi indicano
rassomiglianza fisica. In altri, invece,
possesso. Dunque
Vacca, Porcu, Bove, potevano
essere malignamente imposti per
l'aspetto del portatore, o più
semplicemente segnalavano il mestiere
dì allevatore. Da notare che sono stati
inseriti anche qui cognomi coincidenti
con un nome proprio
(Leone, Colombo,
Lupo, Orso), o con una popolazione
(Gallo),
ma non
Ricci che è un
soprannome ispirato dalla capigliatura e
nulla ha a che fare con i vari animali
così denominati.
11. I cognomi formati da un verbo
più un nome
Questa è la classifica nazionale dei
cognomi più frequenti indicanti
un'azione (Tabella 11).
In alcuni casi si tratta di mestiere: Tagliabue
'macellaio', Tagliapietra 'incisore',
Passa/acqua 'traghettatore,
barcaiolo'. Maccaferrì 'ammacca
ferro' sarà più probabilmente un
soprannome imposto a un uomo dotato di
particolare forza fisica. Per Spreaficosì
può
pensare a una forma settentrionale di 'sprecafico',
come dimostra l'esistenza di cognomi
quali Sprecapane e Sprecavisdole.
Il soprannome, poi cognome, Calcatela
poteva indicare una persona
particolarmente piccola di statura.
Anche altri nomi potrebbero avere un
valore ironico: Bevilacqua indicava
sempre un astemio o talvolta anche un
ubriacone? Scognamìglio aveva il
significato letterale di 'trebbiare il
miglio' o si trattava, come nel caso di Ferra/oche,
Mazzagrìlìi,
Abbracdavento, di
soprannome dato a fannulloni e
perdigiorno, bollati da nomignoli
indicanti azioni impossibili o inutili?
12. I cognomi preceduti da articolo
Questa è la classifica nazionale dei
cognomi più frequenti tra quelli
preceduti da un articolo maschile o
femminile (separato o no dal nome o
aggettivo) (Tabella 12).
Come si vede, tra i cognomi maschili
prevalgono titoli onorifici e cariche
professionali, o soprannomi ad essi
lrgati il prete, giudice, il monaco, il
diacono, il re - mentre tra quelli
femminili sono frequenti le
denominazioni generiche di luogo, con
alcune eccezioni
significative: per es. La Rosa, nome
di persona, e La Barbèra, il
nome femminile
di mestiere più diffuso in Italia.
13. I cognomi accompagnati da
preposizione semplice
Questa è la classifica nazionale dei
cognomi più frequenti preceduti dalla
preposizione "de" (Tabella
13).
14. Quella a destra è la
classifica nazionale dei cognomi più
frequenti preceduti dalla preposizione
"di" (Tabella 14).
Le forme con "di" sono più
numerose: i 15 cognomi citati si
collocano infatti tra i primi 517 della
graduatoria nazionale; i 15 più
frequenti con "de" vanno
invece cercati tra i primi 1.000.
Soltanto quattro forme sono presenti in
entrambe la graduatorie: Stefano,
Martino, Marco/Marchi e Palma.
15. I cognomi accompagnati da
preposizione articolata
Ecco la classifica nazionale dei cognomi
più frequenti preceduti dalla
preposizione articolata "del"
(Tabella 15).
Alcune di queste forme sono in parte di
origine ebraica. Accanto a cariche
nobiliari o titoli professioni - prete,
giudice, duca, re, monaco, ecc. - sono
numerosi gli esempi soprannominali:
bianco, grosso, buono, negro, rosso.
16.
E questa è la classifica nazionale dei
cognomi più frequenti preceduti dalla
preposizione.
articolata "della" (Tabella
16).
Anche in questo caso, le forme femminili
indicano nomi generici di luoghi più
che mestieri o cariche.
Il cognome più frequente composto con
la preposizione "degli" è Degli
Esposti (al n. 2.179 nella
graduatoria nazionale); è anche l'unico
di questo tipo tra i primi 10.000 in
Italia. Il più frequente contenente la
preposizione "delle" è invece
Delle Donne (al numero 3.175),
l'unico del genere tra i primi 5.000
cognomi italiani (seguono Delle
Piane, Delle Monache e Delle
Cave).
17. I cognomi
terminanti in -s
Questa è fa classifica nazionale dei
cognomi italiani più frequenti tra
quelli che terminano in -s (Tabella 17).
A parte i primi due della lista, sono
qui compresi numerosi cognomi della
Sardegna. Il sardo ha infatti mantenuto
la -s latina per indicare il plurale:
ecco dunque Piras 'pere', Melis
'miele', Marras 'zappe', F/oris
'fiori', Fois 'buoi', Solinas 'saline'
(ma influenzato nella prima vocale da
"sole"), Mulas 'mule',
oltre a Pintus 'dipinto'. Più
rare le forme derivanti da ablativi
plurali con valore di collettivo
familiare: riguardano i mestieri più
diffusi - Fabris e Barberis - e
una sola forma con preposizione più
nome proprio, De Matteis.
Tutti i cognomi più frequenti
terminanti in -z sono invece di origine
spagnola: Lopez (al numero
1.221), Martinez (3.818), Perez
(4.418), Rodriguez (7.493) e
Femancfez(7.631), che possiamo tradurre
rispettivamente come 'Di Lupo', 'Di
Martino', 'Di Pietro', 'Di Rodrigo' e
'Di Fernando'.
18. I cognomi terminanti in -n
Questa è la classifica nazionale dei
cognomi italiani più frequenti tra
quelli che terminano in -n (Tabella 18).
Nel caso dei cognomi terminanti con -n,
si tratta di forme del Nord-est
italiano, in particolare venete. Cinque
sui primi 6 indicano provenienza da
città o regione: nell'ordine 'trevisano',
'padovano', 'friulano', 'vicentino' e 'bresciano'.
Tre forme derivano dal nome Giovanni:
Zanon, Zanin e Zambon. Perin è
diminutivo di Pietro. Tra i 15,
anche un nome di mestiere, Marangon 'carpentiere'.
19. I cognomi accentati sull'ultima
vocale
A fianco è la classifica nazionale dei
cognomi italiani più frequenti tra
quelli tronchi, ovvero accentati
sull'ultima vocale (Tabella 19).
Le origini di tali cognomi sono le più
disparate: si va dal toponimo lombardo Viganò
a
forme greche, presenti nell'Italia
meridionale, come Calò
'bello',
Macrì
'alto,
lungo', Laganà
'erbivendolo',
Cannavo 'grigio (color della
canapa)'; da cognomi sardi quali Orrù'rovo
di macchia' o Dessi 'nativo di
Sini (nel Medioevo Sii, presso
Oristano)', a forme siciliane d'origine
araba - Zappala 'potenza in
Aliati', Mule 'padrone' -, al
Veneto Dona 'Donato'.
20. I cognomi più "buoni"
Nella pagina che segue sono riportati i
cognomi più diffusi tra quelli
contenenti il nome o aggettivo
"buono", in forme semplici o
composte (Tabella 20).
L'aggettivo buono (o bono) è
stato utilizzato largamente, soprattutto
in età medievale, per comporre nomi
beneauguranti, che nel tempo si sono
trasformati in cognomi. Buono poteva
precedere un altro nome personale,
oppure un sostantivo
indicante un fatto, un evento, per lo
più legato all'arrivo del nuovo nato e
alla sua vita futura.
Alcune precisazioni etimologiche: Benfanti
(da Benfante) significa 'buon
fanciullo'. Zamboni, Zambon e Zaniboni
stanno per 'Gianni Buono'. Bonato
corrisponde a 'Del Buono'. Bonanni
(da Bonanno) e Bonora vanno
interpretati come '[è un] buon
anno/buona ora [quando sei nato]').
Anche Bongiorno significa 'buono
[è] il giorno [in cui sei nato]'); Bonaccorso
sta per 'buon soccorso [sottinteso:
per noi genitori]'. Anche qui si può
notare la presenza di Giovanni o Gianni,
il nome personale che figura nel
maggior numero dei cognomi italiani
composti.